d14a6804f032fdb76fe6367b2d08908058899b2a

Lauranti

df13d96f4856978a423e8ba7803019de7213a6e2
2b1feebcc9bdd2daf3b0070d8fecc590bd39b4fa

TEL. +39 333 9713241

TEL. +39 340 1581241

Parco Naturale Regionale del Taburno


linkedin
instagram
facebook

Le bellezze paesaggistiche, la quiete di un ambiente non alterato dalle innovazioni tecnologiche, il contesto ricco di antiche tradizioni, sono le costanti delle nuove mete d’evasione.
La provincia di Benevento, con i suoi silenzi e le emozioni che solo la natura incontaminata sa offrire, è la meta ideale per trascorrere, seguendo incantevoli itinerari, indimenticabili e serene giornate.
L’itinerario proposto interessa il Massiccio del Taburno-Camposauro, appartenente all’Appennino Campano che, per l’aspetto delle montagne, somiglianti ad un profilo femminile disteso, prende il nome di “Dormiente del Sannio”.
Il Massiccio del Taburno fu celebrato, sin dall’antichità, da Virgilio per essere pingue di pascoli (Aen. XII, 715), di pregiati ulivi sui fianchi (Georg. II, 38) e ricco di cacciagione. La vera ricchezza è rappresentata dalla varietà di vegetazione: dall’agrifoglio al biancospino, dal sottobosco agli alberi ad alto fusto, quali castagno, abete, quercia e faggio. Tra gli animali sono presenti i predatori: volpe, donnola, martora e faina. Abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado, quivi portati sotto Carlo III di Borbone che aveva fatto del Taburno foreste demaniali. Per l’avifauna sono da segnalare: gazza, cornacchia, merlo, corvo imperiale e poiana.
La zona è ricca di acqua. Si ricordano le numerose sorgenti poste alle sue pendici; valga per tutte il ricordo “storico” delle sorgenti del Fizzo, localizzate tra i comuni di Bonea e Bucciano, che, attraverso il monumentale acquedotto vanvitelliano, alimentano le cascate della Reggia di Caserta.
In questo suggestivo ambiente, dove l’uomo è stato sempre presente, dedito alla pastorizia ed alla coltivazione della terra, il percorrere un itinerario immerso in una natura incontaminata fa rivivere e riscoprire un mondo ormai dimenticato, dove reperti e chiese rupestri testimoniano un radicale e profondo attaccamento a questa “terra”, dove la luce del tramonto avvolge la realtà in un sogno nostalgico e misterioso e dove l’immaginazione corre indietro nel tempo, alla ricerca di un popolo forte e fiero, geloso custode delle sue origini e tradizioni.

© Copyright 2015 2019 Az. Agr. Lauranti - P.I. 01460330622 - All rights reserved

d061c1d93a604d46cf5a0bae16c6652d6e460408

Conosciuto anche con il nome de "La Dormiente del Sannio" il Massiccio del Taburno - Camposauro si presenta come una donna coricata che riposa: la testa rappresentata dal M. Pentime, il busto e il ventre da Camposauro e i piedi dal M. Taburno.

7eb226bff42c59f876af871aa9a2af4dc10945f0

Torrecuso

"Là del Taburno a l'ultima pendice

tra infranti torri appare un paesetto

dai Longobardi eretto

sopra un gruppo di sassi ameno ed erto

ed al furor sempre de' venti aperto...

...un borgo su l'altura levato, in vecchio stile,

col bruno suo maniero e 'l roseo campanile:

è Torrecuso."

(Antonio Mellusi)

13cc5c9a91e73fb3cd418ca232aa7c8de82d3901
147cf44049ae4ca9b8470485d1917e2e23abbdc2


La conformazione pedo-climatica del territorio, dolcemente collinare, è riparato dai venti e dai rigori invernali, grazie al massiccio del Taburno-Camposauro.

La natura del terreno è ricca di argille, arenarie e massi calcarei, mentre i residui piroclastici, provenienti dai vulcani di Roccamonfina, sotto forma di tufo, concorrono alla formazione del suolo e trasferiscono alle viti un ottimale equilibrio produttivo, arricchendole, al contempo, di importanti e complessi elementi.

Monumenti e Luoghi d'interesse

Chiesa di Sant'Erasmo

d87adefbe10b6f275972aaf9e0849af990885d20
  • Chiesa di Sant'Erasmo: chiesa parrocchiale risalente al XIII secolo, presenta all'interno tre navate ed ospita tre tele di un certo valore artistico raffiguranti il martirio di Sant'Erasmo, San Barbato e San Filippo Neri.

Chiesa della SS. Annunziata

c914189a65e458c0f0328954c652b7a2d30ef5b6
  • Chiesa della SS. Annunziata: risalente al XV secolo fu costruita dall'Università di Torrecuso in uno con il Capitolo Lateranense di San Giovanni in Laterano in Roma. Faceva parte della Congregazione della SS. Annunziata. È stata oggetto di vari restauri anche perché colpita per ben due volte da fulmini in corso di temporali. Accanto alla chiesa sorge un edificio che fungeva da ospizio per il ricovero dei malati e dei bisognosi. La chiesa, a tre navate, è impreziosita da quadri del '700 e dell '800. Molto interessante la pala che sovrasta l'altare maggiore. In questa chiesa sono conservati i resti mortali di san Vincenzo da Saragozza, martire spagnolo, le cui ossa furono portate a Torrecuso dal marchese Carlo Andrea Caracciolo.

Chiesa di San Liberatore

44b9000f30b3c09b024665483bf40b28ef754f27
  • Chiesa di San Liberatore: sorge in località San Giovanni del Monte, è della stessa epoca della chiesa della SS. Annunziata. Essa sorse infatti come grangia, cioè come fattoria, della Annunziata. Si presenta costruita su due livelli di epoca diversa: la grangia vera e propria risalente al XV secolo e su questa la chiesa risalente al XVII secolo.